PAROLE SPONTANEE

Quando io e mia sorella andiamo a fare shopping, la differenza è palese.
Io provo tutte le scarpe del negozio e man mano elimino quelle che non mi piacciono. Di solito ne rimangono cinque/sei paia che proverò e riproveró fino allo sfinimento, fino a decretare le vincitrici, più per voglia di tornare a casa che per reale convinzione.
Mia sorella, entra, fa un giro di perlustrazione, sceglie due paia di scarpe, le prova una volta e compra quelle che le piacciono di piú.
Tempo medio: 10 minuti (ed è pure tanto.)
Questa non è solo una sessione di shopping, questa è una sessione di vita.
Credo che mia sorella sia la mia vera anima gemella, nel senso piú puro e autentico dell’espressione.
Il mondo senza di lei, non sarebbe mondo, perchè mancherebbe il punto di vista piú spontaneo di cui io disponga.
Quello più necessario e disinteressato.
Quello più buono.

Mia sorella l’ultima volta che prima di uscire le ho chiesto se stessi meglio con i capelli sciolti o raccolti, mi ha detto stizzita: “Ma ora che vivi da sola, come diavolo fai a scegliere come uscire di casa?! Possibile che tu non sappia decidere niente?! Tu come ti piaci?!”
Non mi ha risposto alla fine.
Sono uscita con i capelli legati e li ho sciolti durante la serata.
Cosí, un po’ e un po’.
Mi ricordo che sul momento ci sono rimasta male, anche se ho fatto finta di niente.
Poi riflettendoci ho capito che, quel mostriciattolo, aveva tentato solo di sbloccarmi da questa mia continua ricerca di approvazione, sempre e comunque.
Questa mia poca fiducia in me e nella capacità che ho di fare scelte.
Questa paura di prendere una posizione definitiva.

Mi ricordo anche di quella volta in cui ero piuttosto giù per una frequentazione finita male.
Non riuscivo proprio a considerare l’ipotesi che forse la colpa potesse non essere mia.
Mi sentivo sbagliata.
Giravo per casa, cercando di evitare lo sguardo di tutti, sfuggendo le conversazioni con chiunque, solo mi crogiolavo nella mia inadeguatezza.
Facevo fatica ad accettare il fatto che avevo sbagliato ancora, ripercorrevo mentalmente quello che avevo fatto e detto, alla ricerca di una motivazione per punirmi, di un pretesto per accusarmi di essere strana.
Troppo strana per far funzionare le cose con qualcuno.
Questo è durato diversi giorni.
Finché ad un certo punto, una Domenica, dopo pranzo, sono rimasta in cucina da sola con mia sorella e lei è scoppiata a piangere.
Me lo ricordo bene.
“Non riesco piú a vederti cosí. Sei triste. Non ti meriti questo.”
È stato forte.
Ho pianto anche io e alla fine mi sono sbloccata.
Non so come, ma è passato.
Mi sono vista come mi vedeva lei in quel momento e sono riuscita a dirmi a cuore aperto “Non è colpa tua.”

Non è stata l’unica volta.
Mia sorella mi sblocca sempre.
Mi scuote sempre.
Mi ama sempre, lo sento ed è rassicurante.
Spesso lo fa non essendo d’accordo con me, che credo sia la prova decisiva.
Non mi sono mai sentita giudicata da lei. Mai.
E quello che vorrei sapesse da me, è che io non l’ho mai giudicata.
Mai.
Non ho mai pensato che le sue sconfitte fossero peggiori delle mie o più banali, o più meritate o meno importanti.
Una sconfitta è una sconfitta e ho sempre solo sperato che ci potessimo sostenere a vicenda, per uscirne più illese possibile, entrambe.
È quello che spero per noi, per il futuro.
L’ ammiro per la forza che dimostra in tante situazioni. Perchè è tosta, è decisa, originale e creativa.
Ha una sensibilità rara, ma non è sentimentale come lo sono io, e questo mi aiuta a scendere dal mio mondo fatto di nuvolette rosa e ad avere una visione più razionale.
Lei è pratica.
Mi piace come si veste.
Mi capita di guardarla mentre si prepara per uscire -a volte canticchia tra sé e sé- e ci intravedo qualcosa di mio nel suo stile, ma con un’ impronta distintiva, quella che è venuta dopo il “copio la sorella maggiore.”
Quella che l’ha fatta sbocciare cosí straordinaria, tanto che a volte mi chiedo com’è che sia diventata donna d’improvviso, che io me la ricordo piccola, fragile e riccioluta, davanti alla finestra a giocare con le bambole, facendo le voci diverse.
Invece ora è bella ed è grande.
È nella mia vita e non so cosa io abbia fatto per meritarmela, ma ringrazio tutti i giorni per questo.
Vorrei essere un esempio, anche se poi spesso finisce che prenda io spunto da lei, per come affronta la vita e l’amore.

Peró lo noto.
Lo noto che mi fa un sacco di domande, anche se a volte non lo sa nemmeno.
Anche se non lo ammette.
I suoi occhi sí, peró.
Gli unici a far trapelare di tanto in tanto, la bimba spaurita e riccioluta.
E io spero, almeno ogni tanto, anche senza accorgermene, anche solo per sbaglio… di dare le risposte giuste a quella bambina.

Ovviamente,
a mia sorella.

-MaríeFfe-

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(Immagine di Geffen Rafaeli)

11 risposte a "PAROLE SPONTANEE"

  1. Questo post, queste parole e le frasi che completa, descrive il senso della vita e trasforma l’emozione in coraggio. Coraggio di credere ancora alle persone che ti sono vicine più di quanto sembri.

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  2. L’una completa l’altra:le due facce della stessa medaglia.Gli occhi sanno quando tacere o parlare. Il confronto quasi sempre è silenzioso, poi tua sorella, trova la chiave per sbloccarti. Tu che leggi e scrivi, per lei sei un libro … di pagine bianche e scritte ma lei riesce a leggerti mentre tu, isolandoti, scrivi.

    Ciao Quad

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    1. Spero riesca a leggermi, anche se non sempre sono così facile da interpretare, perché molte volte non lo so nemmeno io cosa voglio dire. Le cose che non si dicono capita che arrivino di più… grazie per il tuo commento.

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  3. In certi momenti, le cosiddette fasi, non è importante sapere già quel che si vuole dire, ma semmai lasciarsi andare e avere fiducia e disponibilità verso il proprio istinto. Le parole spesso sono come un fiume, abbisognano di un letto e di scorrere come il tempo che passa. E poi lassù in alto ci trovi il sole vestito di giallo e la sera e la notte la luna che a volte è tanto vicina quasi da poterci salire e fare in giro. Anche così viviamo le fasi. Le parole spesso sono come bambini che devono nascere. Si cresce insieme a loro.

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  4. È bellissimo quello che hai scritto ☺ dovresti farglielo leggere. Io con mia sorella non ho tutta questa intimità, siamo anche noi totalmente opposte e a volte ci scontriamo proprio per questo… perché non abbiamo cose che ci accomunino e allora non siamo partecipe l’una nella vita dell’altra. Siamo legate nel senso che ci facciamo compagnia, ma non parliamo spesso di coda ognuna ha dentro sé.

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    1. Ciao Aria… grazie per il tuo commento. Allora io mia sorella la reputo quasi più la mia migliore amica che mia sorella anche se comunque ci passiamo un po’ di anni, ma lei per certi aspetti è molto matura ed io per altri più infantile. Quindi finisce che ci veniamo incontro. Comunque…. i rapporti non nascono mai da zero, bisogna coltivarli e indirizzarli… perché non provi tu a creare un’intimita? Magari puoi provare a raccontarle qualcosa di tuo, qualcosa di personale e provi a chiedere il suo parere. Per far si che gli altri si aprano verso di noi secondo me dobbiamo essere i primi a fare vedere che ci fidiamo. Ti abbraccio.

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      1. Grazie per il consiglio! Hai proprio ragione ☺ l’intimità è una cosa che va costruita… e spesso succede che le persone che sono a noi più vicine, non pensiamo mai di scrutarle più a fondo. Ti abbraccio anch’io 💖

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