VANEGGIAMENTI

È difficile mettere a fuoco l’importante, quando intorno è buio e sei pure cieca, con e senza occhiali.
Quando vorrei essere decisa, risoluta e concreta, invece mi sento fatta con pasta frolla , non con creta, perchè questo gioco di parole sarebbe stato banale.
Il punto è che a volte io mi ci sento, banale dico.
Nella vita.
E allora davvero, lí sí, che mi sento male, perchè poi devo iniziare a lottare con questo bisogno che ho di sentirmi speciale e non sopra gli altri ma sopra l’idea che ho di me stessa. O almeno al pari.
Che poi, che idea abbia di me stessa non lo so neanche io.
Mi chiedo cosa penserei di me se mi vedessi passeggiare fuori da me, non conoscendomi.
E non so se avrei voglia di avvicinarmi.
Forse tirerei dritto con gli auricolari nelle orecchie, mi passerei totalmente inosservata.
Come con quelle persone che incontro e non mi viene per nulla voglia di mescolarmici un po’, perchè già sospetto (so) che non mi lascerebbero niente.
Nessun richiamo, nessuna attrazione.
Niente. Sterile materia che respira, senza attrattiva su di me.
Nello stesso tempo non so nemmeno cosa trovo interessante negli altri.
Ad un certo punto ai miei occhi lo sono e basta.
So, per esempio, che vorrei essere il tipo di persona che è capace di andare al cinema da sola, il tipo che alle pause mangiucchia caramelle gommose in tranquillità, senza il bisogno di riempire il tempo con le parole o con i baci.

Come quel ragazzo che ho visto una volta di qualche mese fa, seduto su una poltroncina due file davanti alla mia, da solo.
Io ero in compagnia ma ho passato le mie pause a fissare verso di lui e ad aspettare che si accorgesse di me.
Volevo essere come lui, volevo sapere che genere di esistenza fosse la sua, fuori da quel cinema che affrontava con tanta naturalezza.
Chissà se affronta la vita con quella stessa naturalezza.
Avrei voluto chiedergli il suo segreto e tante altre cose.
“Che fai quando non sei qui?
Delle volte anche tu vorresti prenderti a schiaffi per come ti comporti e per quello che dici?
Perfino per quello che pensi?
Ce li hai i tuoi vuoti? E come li silenzi, visto che non hai bisogno di una spalla su cui appoggiare le orecchie?”

Lui di me non si è accorto e probabilmente non si è ancora nemmeno accorto di tutto il mondo che gli sta girando intorno.
Forse non sa di esistere, solo gli batte il cuore e gli entrano i pensieri in testa e l’aria nei polmoni.
In modo semplice.
Magari sta meglio o magari peggio. Magari sta.
O semplicemente, ha trovato la soluzione.

Io comunque al cinema da sola, non ci so andare.
Mi manca il coraggio, la faccia tosta, ma soprattutto credo mi manchi la poesia.

-MaríeFfe-

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25 risposte a "VANEGGIAMENTI"

  1. Io, purtroppo, al cinema ci posso andare da solo e basta.
    Gli amici maschi non m’interessano, e di donne sole non ne vedo manco l’ombra (se non su internet, ma da qua non si schiodano).

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      1. Per la cosa più ovvia: non sono donne, quindi non posso essere attratto fisicamente da loro; anche solo alla vista, è molto più gradevole avere di fronte a me un’esponente del genere femminile.
        In aggiunta, non mi piace parlare di calcio, odio bere la birra, fumare e fare quasi tutte le cose “da maschio” (tranne provare piacere nella presenza femminile).
        A parte questo, è proprio la mente femminile a estasiarmi: amo le donne in quanto tali, quindi gradisco maggiormente interagire con loro.

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      2. Scusami, mi sono resa conto di non aver risposto… mi era sfuggito questo commento.
        Comunque magari (anzi sicuro non ti conosco abbastanza) peró non comprendo questa tua ostilità, anzi questa indifferenza, nei confronti del tuo stesso sesso. Okey, non ne sei attratto fisicamente, ma non penso che al mondo ci sia solo questo. Ci sono tanti altri tipi di relazione ed una sana e appagante amicizia, anche con persone dello stesso sesso, credo possa solo arricchire la vita. Poi io non sono per le “amicizie” superficiali quindi denigro quel tipo di legami ma quando parliamo di legami profondi non capisco il rifiuto a prescindere.
        Ci sta che poi la mente femminile ti intrighi (intriga anche a me e sono donna) ma secondo me perdi davvero un’occassione a non dare una possibilità ad altri tipi di legami.
        Per ultimo mi sento di difendere la categoria uomini, in quanto ho diversi amici maschi fondamentali nrlla mia vita e non credo la mente maschile si riduca a calcio, birra, fumo.
        Spero di non essere stata troppo irruenta!

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      3. Rispetto il tuo punto di vista.
        Il mio è che, dando un’assoluta ed estrema importanza all’amore rispetto all’amicizia, mi voglio trovare anche nella condizione di poter far nascere il sentimento; se non dovesse succedere, male che vada, avrei amiche donne.

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  2. Io credo che bisogna sforzarsi di avere il coraggio di andare al cinema da soli. Una volta anche io mi chiedevo: “come farà mai quel tizio ad uscire in quelle sere in cui non c’è nulla da fare o compagnia con cui uscire a sedersi da solo al bancone di un bar e passarsi la serata in compagnia di due birre?”. Anche io avrei voluto farlo. E qualche volta l’ho fatto. A volte, insl solotudine puoi godere dei migliori momenti con te stessa. Per conoscerti e per capirti. Ma il punto principale è che, spesso, non siamo pronti ad aprirci alle novità, ai cambiamenti. Pensiamo che possano stravolgerci e turbarci. Ci aggrappiamo alla routine e al convenzionale. Credo che ogni tanto bisogna saper rischiare e buttarsi nelle cose per assumere consapevolezza di noi stessi, di chi siamo e di cosa vogliamo dalla vita. Quindi vai. Vai al cinema da sola. Ti sentirai a disagio, probabilmente,in un primo momento. Ma scordati per un attimo di tutto quello che ti circonda e capirai che non c’è migliore conpagnia di te stessa. Stai bene con te e stai bene col mondo. Ciao! 😉

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    1. Eccomi! Scusa le tempistiche, ma non sempre riesco a rispondere subito ai commenti, preferisco aspettare il momento in cui posso avere la massima tranquillità. Mi è piaciuto molto quello che hai scritto e ti diró che anche la cosa dell’andare al bar da soli e godersi una birra con se stessi l’ ho piú volte pensata anche io. Il problema è che non l’ho mai fatto, perchè mi blocco e a pensarci mi sentirei stupida e a diaagio.
      Io da sola sto bene, anche troppo a volte, ma è quel da sola ” nascosta”, tipo rifugio, tipo nido. Non è un da sola “aperto al mondo” e in pubblico.
      Prima o poi al cinema da sola ci vado, per una questione personale. Perchè mi piace il cinema e mi piace stare da sola, devo unire le due cose. Penso che si tratti di trovare un equilibrio tra il bisogno di stare da soli e il mondo. Voglio buttarmi! Ti ringrazio ancora per questa riflessione 🙂

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  3. La poesia non ti manca di certo, forse il coraggio, ma da persona che va al cinema da sola posso dirti che è un modo come un altro di coccolarsi: un momento che scegli di condividere con te.

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    1. Ma infatti a livello teorico anche io la vedo come una coccola e per questo è una cosa che mentalmente mi attira.
      È a livello pratico che mi sento frenata. Mi trasmette un senso di disagio, che non vorrei avere, soprattutto per il tipo di persona che sono, mi da fastidio avere questo blocco.

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      1. Perché temo che ai figli unici come il sottoscritto vengano più naturali questo genere di cose… Ciò non toglie che tu possa comunque superare questo blocco. 🙂

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  4. Vado al cinema anche da sola, vado al pub anche da sola, se mi va mi fermo a bere una birra lungo il Naviglio quando rientro a casa dopo il lavoro, a volte anche a pranzo fuori. Il cinema tra tutte è decisamente quella più semplice, entri, compri il biglietto e ti godi lo spettacolo. E si, ho dei vuoti anche io. (Perché pensi che chi va al cinema da solo non abbia bisogno di una spalla?) Sono temprata da un tot di trasferte di lavoro in giro per l’Europra quasi sempre da sola, e mica potevo digiunare o rimanere tappata in hotel tutte le sere. Tutto sta a iniziare, rompere il ghiaccio. Se ti trovi in una città che non è quella in cui sei nata, in cui di amici ne hai ancora pochi, puoi solo buttarti, le persone non ti vengono a cercare a casa.
    Ciao 🙂
    (P.s. Bel posto questo, grazie a Taglio)

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    1. Ciao! Scusa il ritardo nella risposta, sono in sessione d’esame e ci metto un po’ a rispondere ai commenti! Allora dalle tue parole ho la percezione che tu sia molto piú matura di me sotto certi aspetti.. cosí a pelle. Forse sei anche piú grande… il che mi lascia sperare che magari potró viverla cosí anche io più in là.
      Forse erroneamente, ho un’ idea delle persone che riescono a vivere serenamente la solitudine “in pubblico” come persone piú forti e piú complete. Piú indipendenti e in un certo senso con una marcia in piú.
      Tengo a precisare che la mia dimensione solitaria è ben sviluppata e necessaria( a volte troppo) ma sto benissimo da sola quando sono da sola, perdona il gioco di parole.
      Se sono da sola in mezzo alla gente già l’aria si fa pesante.
      Ho anche provato a cenare da sola al ristorante (anche io per motivi di lavoro-studio) e purtroppo non riuacivo a non viverla come un’imposizione, non come un momento per me.
      Sicuramente sbaglio, lo sento che sbaglio.. ed infatti è un aspetto su cui vorrei lavorare.
      Ad oggi le cose stanno cosí, ma tutti noi siamo plasmabili ed in continua evoluzione, anche influenzati dalle esperienze che ci tocca vivere… quindi sono fiduciosa!
      Grazie davvero tanto per la tua riflessione, la cosa meravigliosa di avere un blog è proprio questo stimolante confrontarsi.
      Ciaoo!

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      1. Se sei sotto esami tra me e te ci sono minimo vent’anni di differenza, e questo spiega in parte la differenza… hai tutto il tempo per recuperare 🙂 Vero che per star bene da soli “in pubblico” ci vuole una certa sicurezza in se stessi, ma non è necessario sforzarsi di fare qualcosa che non ti va e non senti “tuo” in questo momento. Arriverà anche la voglia di farlo e non sarà per imposizione, solo allora lo potrai vivere bene come un momento tuo, fregandotene della gente intorno e di chi ti guarda. Personalmente, un grosso aiuto me lo ha dato la fotografia, quando giri con una macchina fotografica al collo è come non essere mai soli.

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      2. Sono d’accordo con tutto quello che hai scritto, penso che la solitudine sia una “questione” molto complicata e che vada maturata col tempo per essere ottimale, un po’ come il vino ahahaha. Immagino che la fotografia possa essere stata fondamentale in questo. Personalmente trovo alcune foto molto artistiche e emozionanti, ma non sono mai stata una fotografa per passione. Ma il posto della fotografia potrebbe essere preso da altri generi di aiuti, per cosí dire.

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